martedì 13 aprile 2021

La freddezza della verità

 Tratto da "Dov'è la felicità?:

E. Munch - Bacio alla finestra 1892

Elena non si presentò all'appuntamento.

“Dove l'hai lasciata Elena?” - chiese con calma Giacomo.

“Lei non verrà con noi; era un trucco per poterti incontrare di sicuro. Elena non sa assolutamente nulla” - ribatté Lorenzo con altrettanta calma.

“Andiamo subito al Caffè allora: voglio che venga con noi!” - incalzò focosamente Giacomo, avviandosi verso il locale.

“E' inutile, non la troverai lì!” - gli gridò Lorenzo.

Giacomo ritornò indietro infuriato: - “Dov'è che l'hai portata sporco giornalista, dove?” – e lo tirò a se per i risvolti della giacca.

La calma ostentata da Lorenzo in quell’occasione fu proverbiale: - “Lei adesso è tra le braccia del signor, o meglio, monsieur Emanuele De Grande, impresario artistico internazionale. Oh, non credere che stiano in qualche locale chic o a fare una passeggiata: stanno semplicemente a casa di questo signore, e va avanti così da tre settimane”.

In quelle parole Lorenzo aveva messo tutti gli ingredienti di una vendetta: ciò che asseriva era la verità, ma avrebbe potuto dirla anche in un tono più delicato. Non lo fece per una questione personale. La freddezza, l'ironia contenuta in quelle parole furono uno sfogo contro l'amico che egli mai aveva tradito ma che gli aveva ingiustamente rinfacciato ciò.

Giacomo rimase senza parole e forse senza neanche più pensieri: quella freddezza che connota le verità gli si palesò nella mente bloccandone gli sbocchi.