Medium artistica

Medium artistica: non so se il termine sia corretto; ad ogni modo, affascinato e rapito dalla pittura di Claude Monet, ho pensato di sfruttare il quadro come medium per raggiungere l'altra e l'altrui ispirazione.
Cosa ha spinto o spingeva, cosa rifletteva...o quale altro sentimento l'artista codificava nella sua opera?
I suoi pensieri....la sua psiche...saranno tutti riaggomitolati dietro le sue opere?

Ho provato a riascoltare i dipinti che qui vedete di seguito cercando di varcare la soglia del colore per raggiungere il cuore...fatelo anche voi!


C. Monet - La passeggiata, donna con l'ombrello, 1875

"Maggio 1875

Ricordo che con te [Camille] e Jean ci siamo allontanati dalla piazza [di Gennevilliers], lasciandoci affondare in un mare di steli primaverili.

Una giornata calda, ricordo, ma che dava spazio anche a tunnel di vento improvvisi.
E lo ricordo il vento, che ci lambiva da ogni dove, anzi oserei dire, ci sferzava. E faceva lo stesso con le nuvole.

Il tuo ombrellino reggeva bene entrambi gli attori di quella giornata: sole e vento.
No, no! Io non ero un attore, anzi; del sole ne rimasi quasi accecato!
E perciò ero sceso in quel piccolo avallamento per piazzare il cavalletto (e anche per valutare una prospettiva per farvi sembrare due giganti). E certamente il tuo ombrellino "spazzanuvole" mi ha consentito di dipingere te e Jean al riparo da un elemento così forte e importante.

Ricordo che i vostri occhi mi osservavano, bucando il vento e la luce; ho dipinto quelle nuvole come se voi foste tra esse con i vostri sguardi e laddove vedevo il volto di Jean interessato ai movimenti della mia mano il tuo sguardo, Camille, valeva molto di più di mille abbracci.
Era uno sguardo di intesa e di appartenenza, sguardo che sottolineava la consapevolezza che lì, in quel prato meraviglioso si stava vivendo un momento che non sarebbe tornato mai più.

E che per amore me lo stavi concedendo.
"

ⓒ Vincenzo Mercolino 2020

 

C. Monet - Jardin à Saint Adresse, 1867


"Nessuna delle due bandiere si stancò un attimo; ricordo la loro rumorosa corsa contro il vento, una costante precisa in quel pomeriggio a Saint Adresse.

Mio padre osservava le barche all'ingresso del porto. In quel mezzo pomeriggio di Aprile non mi fu facile dipingere: il vento fresco si era contrapposto a qualsiasi cosa e qualsiasi cosa era ben decisa a non farsi sopraffare dal vento. Unica eccezione: le nuvole di vapore di qualche nave all'immediato orizzonte.

Quanto volte ci siam dovuti ricomporre gli abiti a causa del vento! Gladioli e gerani resistevano meglio e come le bandiere ostentavano animate i colori normandi e francesi, così essi emanavano il loro profumo.
In realtà sembrava che il profumo avesse la meglio ma ogni tanto, in occasione di folate improvvise, quel mare increspato che ci ipnotizzava gli occhi e il cuore, dava ulteriore senso di se proponendo nell'aria la sua salsedine.

Talvolta sembrava che il rumore delle onde provenisse altresì da quei cespugli colorati...

In lontananza barche e vaporetti, a me immobili, e la tuba di Basille che assisteva a discorsi d'amore su di una terrazza battuta dal vento e da aromi floreali.

Avrei dovuto saperlo che a quell'ora del pomeriggio il vento sarebbe stato poco clemente ma volevo dipingere mio padre e il suo sguardo sul porto proprio nel momento in cui tutte le barche vi fanno ritorno e gli ultimi vaporetti per l'Inghilterra sono ormai partiti.

Volevo dipingere quel vento spiaccicato sulle bandiere. E quell'attesa, quell'ansia di respirare il prossimo crepuscolo veniente immaginando due che lasciano - al vento e al mare - parole d'amore.

Che bellissimo pomeriggio! Avere insieme mio padre e Camille in quel momento mi ripagò di tante brutte obiezioni e di pregiudizi.

Possa io essere sempre come in questo istante, battuto dal vento della vita ma fermo, e non abbattuto."


ⓒ Vincenzo Mercolino 2020


Claude Monet - Figure nel sole, 1888

"La timidezza e la sfacciataggine erano ben assortite in quel giorno di primavera che eccedeva in estate.
Sotto lo sguardo di Alice e di Jeanniot, intanto che mi ero dedicato alla mia nuova passione per i covoni, volevo regalare ai miei ragazzi un momento di immortalità.

Non siate troppo rigida nel mantenere quella borsetta - dissi a madamoiselle Germaine: dipinsi l'espressione di quel volto che si chiedeva se stava andando bene.
Jean e Michel, invece, mi osservavano mentre dipingevo: per loro sembrava sempre di vedermi al lavoro per la prima volta...

Cosa riserverà loro la vita nello slancio possente della prossima gioventù?
Ricorderanno le mie parole o solo il cinguettio degli uccelli di questa campagna di Giverny?

Tutto sta nel dosare, lungo il viaggio della vita, la luce e i colori che abbiamo ricevuto affinchè altri li possano trasformare in suoni e profumi."

ⓒ Vincenzo Mercolino 2020



1888 - Claude Monet "Cap d'Antib, mistral"


“Non so quanto anche il tempo venisse spinto da quel maestrale, ma vedevo che anche il paesaggio, insieme alle barche, e la prospettiva tutta erano così sospinte.


Uno sguardo veloce per assicurarmi che il cavalletto era ben fermo, fissato con 5 belle pietre raccolte nei pressi, per poi notare che gli alberi non ne volevano sapere di avvicinarsi di forza ai colori del primo tramonto.

E gli uomini sulle barche si saranno accorti che il vento stava sospingendo il loro tempo?

Vento che spinge il tempo: ed anche io me ne accorgo quando esso spazza via l’anima mia.

So che il tempo che passa – il vento che spazza – porta con se un'aureola di malinconia: il mio guardare ora, il mio dipingere ora resta l’unico baluardo a questa forzatura, l’unica resistenza a questo vento di maestrale che trascina il paesaggio e lo conduce al tramonto.

Che io possa resistere al vento della vita come questi alberi ed essere capace di fermare il tempo e di essere consapevole quando si dovrà mutare nei colori del primo tramonto.”

ⓒ Vincenzo Mercolino 2021

1875 - Claude Monet, "Un coin d'apartement"

"Mi ero posto fuori ma non fuori da tutto e nel primo piano dei miei colori, intinti nel mio cuore, ci sei ancora tu, piccolo Jean.

So che ti ho distolto dai tuoi studi e la tua curiosità è stata mia alleata nel portarti di fronte a me.

Cosa volevi catturare di me prima che io catturassi la tua anima da te?

Credo che Camille lo avesse capito e nulla fece per richiamare il mio ragazzo; anzi lo invitava ad avvicinarsi di più a me.

Per riavvicinarmi a voi so che dovrò aspettare la fine del mio lavoro; so anche che attraversando i colori di questa porta e spingendomi più avanti, sentirei l'incontro dei miei passi con il legno del pavimento e - insieme - il freddo agire del tempo.

E so che senza timore raggiungerei Camille e Jean alla nuova luce della finestra di questa casa qui ad Argenteuil, sentendomi come la sabbia che scorre tra le ampolle di una clessidra che - terminatone il passaggio - trova riposo"

ⓒ Vincenzo Mercolino 2022
1893 - C. Monet "Glace flottante a Bennecourt"

"Freddo, freddo. E' da stamattina presto che percorro questa ansa della Senna per scoprire il suo volto ghiacciato con i suoi diversi maquillages.

Da qualche tempo - con il sole che prova a riscaldare quest'aria - le rughe di questo volto fluviale qui in Bennecourt si sono rotte e blocchi di ghiaccio si stagliano ora alla ricerca di una meta formando suoni come di tasti secchi in un pianoforte.
Anche a me verrebbe voglia di saltare uno ad uno su quei blocchi ed improvvisare un gioco che porti alla meta anche me, ma è una fioca - e anche sciocca - metafora della vita che mi distrae dal mio lavoro di stamattina.
No, non sto dipingendo il soggetto e l'ampia prospettiva ma voglio definirne il riflesso e renderlo come ciò che da fuori intravedo dentro di me: tante, troppe illusioni; frammenti fugaci per cui il tutto
non corrisponderà perfettamente all'Intero.

Dipingo pensando di scolpire. Parola su pietra, immagine su tela la cui eco si allunga e si trasforma, si realizza e chiede al mio intimo: sei tu veramente felice?
"

ⓒ Vincenzo Mercolino 2022

1897 - Ninfee rosa

"Quando cominciai a dipingere le ninfee era perchè rimanevo affascinato dall'affiorare dei colori tra l'acqua trasparente.

'Affiorare': la parola esatta e giusta per questo fenomeno.

C'è da dire che le ninfee rose che erano appena fiorite nel mio stagno a Giverny mi rendevano orgoglioso e felice.

Ma io dipingo la sorpresa e i colori diversi ogni qualvolta essa si affaccia dentro di me; vado allora in cerca di sorprese per potermi rinfrescare l'animo e contando i miei giorni in questo giardino per nuove fioriture.

Ricerco colori di fiori in acqua limpida che, diversi, rimandano all'Unica matrice, a quella sorgente limpida da cui queste anime colorate traggono origine.
"

ⓒ Vincenzo Mercolino 2022

1866 Jeanne-Marguerite Lecadre danse le jardin

"Avevo poco più di venti anni e volevo dimostrare a mia zia Jeanne che i suoi soldi per il mio esonero da militare erano stati ben investiti.
Gli chiesi dunque di posare per me qualche tempo nel suo parco di Coteau, a Saint Adresse, approfittando di una bella fioritura di inizio maggio.

Lei si vestì di bianco e portò con se un ombrellino per ripararsi dal sole. La gioia dell'Amore Universale che si irradiava da quel giardino si trasferiva a me nel mentre dipingevo la scena, con mia zia Jeanne ritta in piedi di fronte all'albero fiorito.
La percezione di gioia per il Creato era tale che il sorriso di compiacimento di zia si scorgeva come riflesso dalla tela dell'ombrellino e rimbalzava sulla mia tela.

E ancor di più era la mia soddisfazione al pensiero che, grazie al suo sacrificio, di li a poco sarei ritornato a Parigi per studiare sotto la direzione e i consigli dei Maestri.

Dunque zia Jeanne, dipingo per te l'Albero della Riconoscenza fiorito, che si erge su di una collinetta di fiori rossi. Questi sono i fiori del tuo sacrificio, che percepisco ancora, così come l'albero della mia riconoscenza, che ora nell'Amore ti sta di fronte, eternamente fiorito, eternamente grato.
"

ⓒ Vincenzo Mercolino 2022
1872 - La lettrice

"Respiro tutt'ora il tuo silenzio, Camille, e la luce che emanavi in quel giardino ora mi circonda infinitamente più intensa.
Eri tutt'uno con la dolcezza del tuo colore e la percezione dei tuoi pensieri era rotta solo dal sottile fruscio del tuo vestito a contatto con il prato.
So che sei in questa Luce che mi circonda, delicata come il tocco delle tue dita che giungevano a me attraverso la pagina bianca di quel libro che ti avevo dato.
Perciò non dipinsi alcun tratto su quella pagina: l'avrei conservata così affinchè, come ora, tu mi parlassi ancora attraverso di essa e il tuo tocco delicato, come allora, arrivasse ancora a me in questa Luce, dove l'Amore scrive pagine perfette e gioiose sul grande libro bianco della Vita
"

ⓒ Vincenzo Mercolino 2022
1870 - Hotel Des Rouches Noires

"Anche il vento provava a scrivere sul pentagramma del tempo, come se volesse emulare me alle prese con i pennelli, sebbene le migliori note provenivano da quelle bandiere che in pratica dipingevano altre ombreggiature sulla facciata dell'Hotel, qui a Trouville.
Neppure i chiacchiericci e le risate 'benestanti' di chi cominciava a stancarsi del sole e di chi osservava il profondo respiro del mare di lontano furono in grado di proporre un solfeggio potente capace di contrastare le note turbolente di quel vento.

No, il tempo non lo fissiamo su di un pentagramma; neppure io, su questa tela già impregnata di salsedine, riesco a trasportare melodia e silenzio, luce ed ombra. E il suono di queste anime, raccolte tra i balconi e la riva"

ⓒ Vincenzo Mercolino 2022
1873 - La mantellina rossa

"Una finestra non avrebbe potuto separarci, madame. 
Te lo dissi anche perchè faceva freddo e il mio amorevole calore sarebbe stato capace di trapassare anche quel vetro...e ti avrebbe impedito di andare a giocare con in rami innevati nel nostro giardino qui ad Argenteuil.
Quella mantellina rossa, presa di proposito per evidenziarti il volto nel momentum cromatico, è stato il mio pegno per te a convincerti a stare la fuori per qualche tempo.

Alla fine sarei intervenuto io a farti riprendere di colorito, un colorito come le rose di un maggio che sempre tornerà, portando rose anche rosse, come il cuore e l'amore, che il tuo sguardo docile mi dona da fuori la finestra.

Ora rientra dentro, madame, non è più necessario; rientra e riponi la mantellina.

Abbracciami: l'inverno per noi, che siamo nella Casa dell'Amore, non esiste più
"

ⓒ Vincenzo Mercolino 2022
Il prato, 1879

"Dipingo con i colori di chi è pronto alla speranza quanto alla delusione.

Al termine dell'autunno qui a Vetheuil il cielo è si azzurro ma con grigiore, lo stesso grigiore a cui tendono i fiori gialli in questo prato.
Questi sono oggi i miei colori, rigurgito del pensiero che Jeanne e Camille sono sempre ammalati e dunque dei miei sentimenti abbattuti.

Jeanne è qui con i fratellini Hoschedé che vengono verso di me e Camille, mentre Madame Hoschedé è distante.
Tutto intorno sembra trasfigurare verso il buio ma so per certo che si tratta di una parentesi muta ma non cupa.

Adesso la loro presenza, prima immaginaria, è ora vera e tangibile: i fiori gialli sono diventati di rosso accessi adesso che siamo nella Luce che tutto Trasfigura e rende vivo nell'Amore"

ⓒ Vincenzo Mercolino 2022
1873 - La casa dell'artista ad Argenteuil


"Ti aggiravi in giardino con la tua ruota e, con la scusa di giocare, andavi a conoscere ogni anfratto della nostra nuova dimora ad Argenteuil.

Tua madre Camille venne a chiamarti per uscire a fare la passeggiata pomeridiana: era la sua scusa per conoscere un pò meglio il paese e la gente.
Ma tu non ne volevi sapere, intento come eri a correre tra i grossi vasi che avevo portato con me dall'Olanda e così ho potuto dipingere quel tuo fanciullesco diniego cogliendolo di spalle; o forse ero io che voltavo le spalle a voi due, teso come ero a valorizzare ogni giorno la mia arte... 

Ed ora sono di nuvo qui con voi, a giocare e passeggiare e non ho più i pennelli nella mano, ma tante mani - le vostre - e insieme godiamo all'interno di un meraviglioso ed Infinito Giardino"

ⓒ Vincenzo Mercolino 2022
Rue Saint-Denis, Festa del 30 Giugno 1878

Vive la France, Vive la France”. I miei occhi e la mia tela furono colpiti da quello che sembrava un treno a vapore, tutto imbandierato dei colori di bandiera nazionale.
Una interminabile “osanna” lanciata dagli sventolii delle bandiere salutavano quelle anime festanti a Rue Saint-Denis il 30 giugno.

Cordate di amici, donne vestite a festa facevano da base animata di quello sventolio sgargiante degli addobbi tricolore. E se ogni bandiera è un figlio, allora una di queste è per il mio Michel che ha da poco compiuto sei mesi.

Fin quassù - su questo balcone dove avevo montato un cavalletto - arrivava il vocio, l’allegria e tutta la spensieratezza della giornata, e con essi il palpitare di cuori liberi e pronti ad affidarsi al primo sorriso servito da un volto dolce e gentile di ragazza, amo per mantenersi stretti per l’Eternità.
La Senna presso Vetheuil, 1879


Giusto all’imbrunire mi sono imbattuto nelle ultime due anime a bordo di una barchetta sulla Senna.

Giusto il tempo di ritrarli da buona distanza con una di loro ritta come la torre campanaria della chiesa che si stagliava in fondo. Dietro, le case e il fiume e gli altri uomini intrisi nelle mura di questa campagnola cittadina.

Mentre i miei colori digradavano anche essi verso il tramonto nell’aria cominciarono a sentirsi odori di cucine ed echi di umane tradizioni.

Le due anime sparirono poi alla mia vista: al loro posto rimasero dunque le case, il fiume e la mia anima solitaria, sospesa nell’Assoluto silenzio.
Camille Monet nel letto di morte, 1879

"Hai indossato tanti colori, Camille, e non soltanto il verde come ha riferito l’abate Maury.
In realtà, tutti i colori di questa vita ti sono stati vicini e non sarebbe stato giusto lasciarti andare senza un ultimo colore.
Il fattore fece giusto in tempo a portarmi il tuo medaglione preferito dal Monte di Pietà: so per certo che questa sorpresa ti sarebbe stata gradita.

La tela è piccola e debbo fare in fretta: sono sicuro che chi si trova intorno a me non capirà questo momento. Sei stata mia amica, moglie e compagna di pose. 
Ti ho ritratto trai fiori - e ora hai dei fiori - e ho colorato la tua gioia e la tua vita - o ora sei nella Vita.

Sento che a me serve però l’ultima tua impronta per poter percorrere all’inverso tutta la nostra storia e ritrovare il tuo amore ancora intatto, ora che te ne vai"

Le scogliere delle Petit-Dalles, 1880


"Sono sceso sulla spiaggia di Petit-Dalles per cogliere istanti del mare agitato. Insieme a questi, ho colto anche le attese e lo scrutare degli uomini verso l’ignoto. Cosa volevano trovare in lontananza? Un mostro marino che stesse agitando in quel modo le acque?

Le onde si infrangevano e a tratti allagavano parte del piccolo molo di legno e ciò attraeva altre persone che si aggregavano verso quel teatro di vento e di salsedine.
Certo che era uno spettacolo da godersi in prima fila! E senza paura, come il vivere la Vita.

La Tempesta un monito temporaneo, la Vita speranza certa"

La japonaise: Camille Monet in japanese costume, 1876

“Sei bella e intrigante, sorridente amore mio.
Con il tuo ventaglio lanci verso di me il tuo amore che nell’aria raccolgo accompagnato dal tuo sorriso.

Il samurai ricamato sul tuo costume sembra come schiacciato dalla tua forza. Ricordo che scherzando ti chiesi se non era quella parrucca bionda a darti tanta sicurezza. La tua risposta fu quello che ho dipinto, con il tuo capo inclinato per renderti complice della pienezza dei miei sensi, dell’interesse del nostro Amore.

Adesso nell’Amore posso guardarti più da vicino e quel ventaglio ormai non serve più.”
Campo di papaveri ad Argenteuil, 1873


"L’ampio spazio verde riempito di Giugno: ecco cosa era quel giorno nei campi presso la nostra casa ad Argenteuil. Nel suo vigoroso impeto poi, i papaveri costruivano sentieri improbabili e sempre distorti da folate improvvise di vento.

Vi ho visto ridiscendere con estrema attenzione dalla collinetta con te e Jeanne che facevate da guida ai nostri ospiti. La tua preoccupazione era evidente tanto quanto la naturalezza di nostro figlio nel mentre si dilettava a contare i papaveri raccolti.
Per lui ho dipinto anche coloro che nella scena non si vedono, forse per renderlo ai miei occhi ancora incantato e intento a contare papaveri pensando che un giorno, davanti a questa tela, sarebbe rimasto fermo ancor di più a guardare il suo papà che lo guardava…"
Il lungomare di Trouville, 1870

"Quante parole sussurrate sotto gli ombrellini saranno sfuggite al tocco dei miei colori e libere come gabbiani saranno rimbalzate tra le guglie e i camini?
Nonostante ciò, sono certo che amplificate e trasformate dal vento saranno giunte agli orecchi degli amanti.

Tutti hanno condiviso lo stesso Amore qui a Trouville mentre passeggiavano come figure di un grande carillon; su e giù, camminando su queste pedane di legno dove ho poggiato il cavalletto, mi sento toccare dalle vibrazioni che i passi lenti e accomodanti dei villeggianti fanno risalire fino alle mie dita.

Ai piedi di queste case affacciate sul mare io mi affaccio sugli uomini e le loro storie che affidano al mare sulla riva, che si raccontano con il cuore. Per poi vederli risalire le scale, soddisfatti di bellezza
"
1882 - Passeggiata sulla scogliera, Pourville

"Pourville: che splendida sorpresa. Ci ha accolto tutti qui felicemente e questo scorcio di mare dalla scogliera di Amont sembra essere un tratto di paradiso in vista breve, una angolare - e singolare - visione concisa del senso di Amore che ci attende di la nel tempo.
Alice e Blanche sono affacciate anche esse su questo sperone che si getta a picco sul mare dal lato di Dieppe; restano immobili e con un solo ombrellino a fare da scudo contro il sole: sembrano cibarsi d'immenso.

Una lieve brezza muove il vento e forse per questo che anche le mie parole, per paura di essere disorientate nell'aria, si stringono serrate tra le mie labbra.
Nondimeno Alice me le percepisce e di scherno abbassa lo sguardo: vorrei darle tutta la forza e l'amore di questo mondo per liberarla dalle sue preoccupazioni e attenderla senza indugio tra le mie braccia per sempre.

Ed allora avverrà che anche le mie parole non saranno più serrate, non avranno più paura del vento ma saranno libere di affacciarsi, vicino a lei, in questo scorcio di paradiso."

 

1883- Etretat al tramonto

"Quella lì sembra una cruna di un ago fatto di roccia che trafigge i fondali.

Debbo riuscire ad attraversarla per non intravedere più quel sole cadente. Ho voglia di vedere un sole ritto e splendente, un sole chemi distragga dall'idea di poter vivere senza di te, Alice.

Riuscirò ancora a camminare al tuo fianco mano nella mano, passata quella porta?

Oggi un'altra porta si è aperta nel mio intimo e la vedo più difficile da passarci attraverso, rispetto a questa che, con la bassa marea, la si potrebbe passare a piedi.

Perciò voglio incontrare al più presto la tua inquietudine e spogliarti di essa sotto la Manneporte per poi continuare insieme verso il sole alto

Claude, 20 febbraio 1883
"
1885 - Etretat sotto la pioggia

"Sembra di essere dietro ad un vetro, lievemente smussato, altamente ingannevole.
Ho provato a prendere un' acquazzone a piene mani, piombato sul mare qui ad Etretat, e l'ho gettato sulla tela.
Niente. Questo vetro impalbabile che devia il mio colore sussiste ancora davanti a me e spinge i miei colori come questo vento che spinge la pioggia. E io devio verso il pensiero di voi, Alice: vi sto aspettando di fronte a questo vetro per farvi capire da vicino che è vero che amo il mare ma che amo anche voi. E sotto la Manneporte che esiste dietro questo vetro vi darò il bacio che ve lo farà capire.

Claude, Novembre 1885
"
1886 - Donna con parasole, rivolta a sinistra

"Elegante e bella: il vostro parasole riesce a contenere il cielo che vi sta addosso.
Il vento no, non lo potevate contrastare, Susanne, complice il vostro foulard al cappello che ne seguiva complicemente le folate donandovi un alone di movimento.
Dipingo il vostro volto solcato da un sorriso antico che mi riempe di gioia e scende fin dentro il mio cuore, scavando un nuovo incontro con la mia Camille e tirandolo su, in questo vento sena tempo, in questo cielo sotto il vostro ombrello.
"
Alberi in inverno - 1887

"Seguo le ombre e i loro ramificarsi verso Bennecourt: arriveranno a lambire il fiume o dovrò pregare per un tramonto più basso?

Le poche foglie presenti non riescono a celare del tutto il campanile e le case adagiate d'intorno a mò di candele d'Avvento.

Sbircio e seguo il muoversi impercettibile dell'ombra lunga di questi pioppi mentre tutto intorno tace ed il villaggio resta lontano.

La mia mente spazia intorno evitando l'ombra così come la dipingo."

Campo d'avena con papaveri, 1890

"Potevo immaginare che fossero colline da scalare.

La lontananza produce brutti scherzi e il tenue ritorno della luce trasforma le cose e le rende catturabili da una immaginazione sempre pronta lì con il suo retino.

Larghe zone d'ombra mi sostengono in questo campo d'avena e di papaveri e un odore remoto di fieno mi conforta che qualche covone non sia tanto lontano da qui.

Le cose lontano mi attendono con le le loro insidie del vivere e vorrei che restassero così, lontano, mentre vivo il presente con papaveri e false colline
"
Cattedrale di Rouen (dalla Corte d'Albane), 1892

"Ho voluto immaginare il cielo impregnare le pietre del suo più bel colore e di tutte le sfumature.

Ho immaginato la resistenza della pietra a questa contaminazione e ai colori che scaturiscono ora dall' arrendevolezza ora dalla cocciutaggine, rendendo la sua materia a preminenza ora di azzurro, ora di bruno.

Anche l'Uomo si comporta allo stesso modo con il Cielo, il Nuovo Mondo e l'Altro: e più si riveste di Cielo più lo vede
"
Lo stagno delle ninfee (1897-1899)

"Da questa prospettiva ho l'impressione di ritrovarmi in una stanza con pareti di trasparenza, verdeggianti con sfumature di malva. Da qui debbo consolare tutti i miei: la morte di Suzanne mi obbliga a ritirarmi nei luoghi delle mie tele all'interno del mio giardino.
L'oscura brillantezza e la gravità che pervade la mia anima sono ancora in mano a quella frase che gli abbiamo detto: "Dormi, e chiamaci quando ti svegli".

Adesso che ti sei svegliata in quest'angolo di Paradiso e attraversi il ponte di questo giardino, tutto mi è più chiaro, tutto più trasparente
"